Salute, benessere, cosmesi

Un corso di massaggio sportivo per imparare a trattare i trigger point


Quando si parla di trigger point si fa riferimento a punti della muscolatura che risultano molto dolorosi al tatto e che, proprio per questo motivo, sono fonte di fastidi e di disturbi che devono essere risolti nel minor tempo possibile per evitare che diventino cronici. Un operatore che abbia seguito un corso di massaggio sportivo può essere in grado di risolvere il problema grazie a uno o più massaggi decontratturanti, indispensabili per far venire meno la tensione muscolare. Il lavoro necessario prende il nome di blocco: prima di metterlo in pratica, però, è importante imparare a riconoscere e a individuare i trigger point.

Che cosa sono i trigger point

Come insegnano in un corso per massaggiatore sportivo, i trigger point - noti anche come punti grilletto - sono dei punti particolarmente irritabili che causano dolore a partire dalle fibre muscolari in contrattura persistente: tra le conseguenze che ne scaturiscono si segnalano anche difficoltà nei movimenti della muscolatura. Uno dei fattori che contribuiscono a scatenare il sintomo può essere individuato nello stress: per il trattamento dei trigger point, in effetti, è molto importante essere in grado di bloccare nel minor tempo possibile il circolo vizioso che porta dallo stress al dolore, dal dolore allo spasmo e dallo spasmo al dolore.

Come combattere i trigger point

Per risolvere una situazione di questo tipo si può procedere al blocco dei trigger point miofasciali: per prima cosa devono essere localizzate nel modo più preciso possibile le nodosità, e a questo punto si cercano i criteri ideali per il trattamento. Il vantaggio che ne deriva è che, in questo modo, si ha anche la possibilità di risolvere le cefalee eventualmente correlate e di ripristinare l'equilibrio posturale smarrito. Dopo aver palpato i punti in cui il dolore si concentra in maniera più intensa, si può procedere.

I cosiddetti criteri maggiori per la definizione dei trigger point vanno individuati nello sbilanciamento della postura dell'assetto corporeo, nella ridotta ampiezza del movimento muscolare, nei dolori spontanei distrettuali, nelle rapide contrazioni locali che si verificano nel momento in cui i trigger point vengono stimolati in modo imprevisto e nelle sensazioni alterate che si sperimentano nell'area bersaglio, vale a dire nella zona di dolore. Inoltre, è da prendere in considerazione la comparsa acuta del dolore dopo che il muscolo è stato sovraccaricato o dopo che è stato compiuto uno sforzo fisico, mentre il cosiddetto segno del salto corrisponde all'indurimento di un segmento muscolare che provoca dolore. 

La palpazione a pinza e la palpazione a piatto sono ugualmente efficaci per la ricerca dei trigger point miofasciali. Nel primo caso il ventre del muscolo deve essere schiacciato tra le dita attraverso dei movimenti di rotolamento che vanno avanti e indietro, mentre nel secondo caso si ricorre alla falange distale, cioè al polpastrello del pollice e al polpastrello dell'indice; quindi si applica un movimento trasversale che deve essere perpendicolare alla lunghezza delle fibre della muscolatura.


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