Conflitti sul lavoro: come affrontarli, prevenirli e risolverli

Conflitti sul lavoro

La prevenzione dei conflitti sul posto di lavoro è un’attività di cui dovrebbero occuparsi tutte le aziende: un clima di concordia tra i dipendenti, infatti, non può che essere positivo sul piano della produttività, e destinato a garantire frutti consistenti. Ma quali sono le strategie a cui ricorrere per conseguire tale obiettivo? Un primo passo da compiere potrebbe essere quello di ideare e mettere a punto un piano di risoluzione dei conflitti formale, cioè scritto e convalidato. In questo modo gli eventuali incidenti possono essere documentati, e al tempo stesso si definisce la soluzione a cui le parti coinvolte arrivano. Basta una mail per convalidare gli accordi raggiunti.

Il valore della formazione

Non va sottovalutata l’importanza di proporre ai dipendenti un percorso formativo ad hoc, dal momento che non ci si può improvvisare risolutori di conflitti da un giorno all’altro, e tanto meno è possibile diventare negoziatori se non se ne hanno le capacità. Resta fondamentale, in qualunque caso, segnalare tutti gli abusi e i comportamenti scorretti di cui si dovesse venire a conoscenza: non è detto che si arrivi fino al mobbing o alle violenze, ci sono molti altri atteggiamenti che – pur non sconfinando nell’illecito e nel penale – possono essere fonte di disagi, di discussioni e di litigi. I manager più bravi sono quelli che non voltano lo sguardo dall’altra parte, ma hanno il coraggio di comunicare ciò che devono e, se necessario, adottano i provvedimenti del caso.

Definire gli obiettivi

Chi vuole risolvere un conflitto in azienda dovrebbe impegnarsi anche per stabilire e definire gli obiettivi per le parti in causa. Anzi, in molte occasioni questo è proprio il primo step che si dovrebbe compiere. Per giungere alla soluzione di un problema, in effetti, è indispensabile comprendere quali sono le ragioni da cui il conflitto è scaturito. Nulla vieta, se le circostanze lo richiedono, di arrivare a coinvolgere un mediatore neutrale, che potrà fornire un supporto costruttivo per trovare il giusto rimedio. Gli specialisti nella risoluzione di conflitti possiedono tutti gli strumenti utili per trovare le cause dei problemi e fare in modo che gli stessi si ripetano in futuro. 

Far emergere i problemi

I conflitti latenti devono essere fatti emergere, così come è essenziale andare alla radice dei problemi in cui ci si imbatte. Non ha senso nascondere o tentare di sopprimere tutti i malumori: al contrario, è bene che le incomprensioni siano manifestate prima che si traducano in una situazione esplosiva. Non vanno bene le situazioni di tensione che rimangono sullo sfondo pronte a scoppiare da un momento all’altro; quando ci si imbatte in reazioni passivo-aggressive, bisogna interpretare tale circostanza come il sintomo di qualche cosa che non va. I leader più efficaci devono essere in grado di comprendere non solo quando i conflitti nascono, ma anche perché essi prendono forma: senza questa consapevolezza, è molto difficile arrivare a una soluzione. 

Le discussioni di gruppo

I sentimenti e le reazioni emotive delle persone non vanno mai sminuiti: a questo proposito, vale la pena di prendere in considerazione l’ipotesi di dare il la a una discussione di gruppo, ma a condizione che non ci si limiti ad avviarla. Una volta cominciata, infatti, essa deve essere anche gestita: occorre che i problemi vengano portati a galla, per sperimentare un confronto in occasione del quale i diversi pareri possano essere valutati. Non bisogna trascurare l’impatto che le discussioni di gruppo hanno nei confronti dei lavoratori, i quali in queste situazioni hanno finalmente la possibilità di esprimere la propria opinione in maniera libera e, quindi, si sentono ascoltati. Un invito a mettere a confronto pareri anche opposti, così che le emozioni possano trovare il riconoscimento che meritano.

Accettare i sentimenti umani

Se sul lavoro si crea un conflitto è perché i sentimenti di due o più persone entrano in contrasto tra loro. Non si deve per forza attribuire una connotazione negativa al fatto di mettere in mostra una particolare reazione emotiva in relazione all’attività di cui ci ci sta occupando, anzi: una circostanza simile sta a significare che il lavoratore è davvero coinvolto in quello che fa. I sentimenti meritano di essere convalidati, accettati e messi in risalto: ciò aiuta a riconoscere con più chiarezza i segnali del conflitto, anche quando sono poco espliciti.

Imparare a capire gli altri

L’ultimo accorgimento che è bene tenere a mente è proprio quello di cogliere i più piccoli sintomi di insoddisfazione: in questo modo si può evitare una pericolosa escalation foriera di danni ingenti. Un cambio di atteggiamento in un lavoratore, i segnali inviati attraverso il linguaggio non verbale, la foga nell’andare via dall’ufficio al termine dell’orario di lavoro: sono tutte espressioni di una certa inquietudine che deve essere affrontata prima che risulti troppo complicata da gestire, quando ormai sarà tardi. A volte una decisione rapida e diretta è la soluzione indispensabile per raggiungere l’obiettivo.