Cosa pensano i dirigenti dell’IA? Prospettive, opportunità e sfide

dirigenti AI

Si parla continuamente di intelligenza artificiale e di come questa tecnologia stia ridefinendo le regole del gioco nel panorama aziendale, con un impatto crescente su settori che vanno dalla produzione all’assistenza sanitaria, dal marketing alla logistica. Il mondo dell’IA è estremamente vasto e fino ad oggi governato dalle società americane e asiatiche, leader indiscusse del settore. 

Anche in Italia e in Europa, l’interesse verso l’IA cresce potenzialmente, ma rimangono alcune perplessità sia dal punto di vista operativo, sia riguardo la privacy, l’etica e il valore dei dati. Con questo articolo andremo ad analizzare analizza dati, tendenze e prospettive future, con particolare attenzione alle opportunità e alle sfide, cercando di comprendere cosa pensano i dirigenti sul protagonista indiscusso del presente e del prossimo futuro.

Il contesto europeo: una crescita esponenziale dell’IA

Secondo l’Osservatorio IA dell’Università del Politecnico di Milano, le vendite di sistemi sviluppati sulla base dell’intelligenza artificiale sono state di circa 500 milioni di euro. Pertanto, solo nell’ultimo anno, l’IA ha mostrato una crescita del 28%. Questi dati sono stati confermati anche dal recente studio della McKinsey Global Institute, secondo cui il 56% delle aziende europee già usa almeno una soluzione sviluppata sulla base di un sistema di AI. 

L’entusiasmo per l’Intelligenza Artificiale è evidente tra i dirigenti italiani ed europei, poiché pensano che sia il miglior modo per ridurre tempistiche e costi, offrendo anche un’esperienza di servizio più mirata e personalizzata. 

Il crescente aumento di interesse da parte delle aziende di grandi e medie dimensioni è sicuramente supportato e incentivato dai governi, che da anni implementano piani di incentivi per introdurre nuove tecnologie nelle aziende, così da migliorare la competitività economica dei Paesi. 

Ma quali sono le opinioni specifiche dei dirigenti su questa tecnologia rivoluzionaria? Affidamento totale o agire con cautela?

Cosa pensano i dirigenti italiani dell’IA?

Dall’opinione di oltre 300 dirigenti italiani, raccolte PwC Italia nel 2024, si è inteso che per la maggior parte dei dirigenti aziendali l’intelligenza artificiale è una priorità strategica. 

  • Il 68% degli intervistati a cui è stato sottoposto il sondaggio considera l’IA come una tecnologia chiave su cui investire nei prossimi 5 anni.
  • Circa il 45% fa uso di soluzioni basate sull’IA per ottenere vantaggio competitivo duraturo e per semplificare tutte quelle attività quotidiane che rallentano la produttività della propria azienda.  

C’è anche una notevole percentuale di persone che, seppur entusiasta di partecipare al processo di digitalizzazione del Paese, è fortemente ansiosa e dubbiosa sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale. Circa il 39% degli intervistati temeche la mancata regolamentazione possa portare a un uso improprio dell’IA, si preoccupano per la privacy e la gestione etica dei dati.  

L’introduzione dell’IA nelle aziende è ancora altamente frammentata, poche aziende hanno implementato soluzioni di livello avanzato, mentre gran parte delle imprese si trovano ancora in una fase iniziale di sperimentazione. Questi dati indicano un entusiasmo diffuso, ma anche una certa prudenza, dovuta a sfide che vanno oltre la semplice adozione tecnologica.

Quali sono le sfide principali secondo i dirigenti europei

In effetti, se è vero che l’IA promette di cambiare il mondo aziendale, non meno vero è che ci sono molti ostacoli davanti a essa, molte delle quali sono molto europee – le questioni sulla privacy dei dati, la sicurezza dei lavoratori e dei consumatori e il lavoro. literally giganteschi problemi di formazione – si applicano a tutti i più grandi settori economici. Bene, a giudicare dagli intervistati dal Capgemini Research Institute, i dirigenti europei sono preoccupati per molte altre questioni che non riguardano la privacy e i dati.

Il 60% degli intervistati considera l’AI come una problematica enorme per la ricerca di talenti qualificati nell’utilizzare questa tecnologia. Nel dettaglio, mancano esperti in Machina learning, Data science avanzata, Etica e regolamentazione dell’IA. 

Sorge anche un secondo problema, ancor più grande, molte aziende usano infrastrutture legacy  che non permettono loro di integrare soluzioni IA moderne. Questo nuoce alla capacità di utilizzare appieno il potenziale dell’intelligenza artificiale.

E le opportunità?

Nonostante le sfide, i dirigenti vedono nell’IA una miriade di opportunità. Tra le più rilevanti sono spesse citate l’automazione dei processi ripetitivi, appunto, e una maggiore produttività. 

A queste associamo anche la possibilità di accedere a dati accurati in tempo reale, migliorando la qualità delle decisioni strategiche. Non si tratta di una realtà lontana da tutti noi, basti pensare che la più grande piattaforma di streaming contemporanea, Netflix, utilizza l’IA per personalizzare le raccomandazioni, aumentando il coinvolgimento degli utenti.

Innovazione nei prodotti e servizi

L’intelligenza artificiale apre la porta a nuove possibilità di innovazione. Un esempio è rappresentato dalle auto a guida autonoma, che stanno trasformando il settore automobilistico, dalla robotica automatizzata nelle case più moderne e nel settore dell’hospitality.

Competitività globale

L’adozione di IA consente alle aziende europee di competere con giganti globali come gli Stati Uniti e la Cina. Infatti, le aziende che investono in IA hanno il 30% di probabilità in più di incrementare la propria quota di mercato (Fonte: OECD)

Certo, in ambito di produzione di sistemi IA l’Europa ha ancora molto lavoro da fare, ma se parliamo di integrazione e utilizzo di questi sistemi stiamo pian piano raggiungendo un ottimo livello di competitività tecnologica. 

Migliaia sono le aziende che dimostrano ogni giorno il potenziale dell’IA con applicazioni innovative, a partire da Amazon che ha integrato un proprio sistema interno, fino a Enel che ha applicato modelli predittivi per il miglioramento dell’efficienza energetica. Anche la nota applicazione di shopping, Zalando, sfrutta algoritmi per prevedere le tendenze della moda e personalizzare le offerte.

Conclusioni: il futuro dell’IA secondo i dirigenti

I dirigenti italiani ed europei sono ottimisti sul futuro dell’intelligenza artificiale, vedendola come un elemento chiave per la trasformazione digitale. Tuttavia, il successo dipenderà dalla capacità di superare le sfide esistenti e di creare un ecosistema che favorisca l’innovazione responsabile.

Per raggiungere un alto livello di competitività è essenziale investire in formazione e competenze per colmare il gap di talenti, promuovere una regolamentazione chiara e condivisa a livello europeo e adottare un approccio etico, bilanciando automazione e controllo umano.

Con il giusto mix di visione strategica e implementazione pratica, l’IA potrebbe diventare il motore principale della competitività aziendale in Europa.