Sottoscrivere un fondo pensione conviene: ecco perché

Sottoscrivere un fondo pensione conviene

Scegliere di aderire a una forma di previdenza integrativa rappresenta una decisione libera e volontaria che permette di costruire la propria pensione al di là del sistema pensionistico di base che, come noto, è obbligatorio. Per capire se e quanto convenga ricorrere a questa soluzione abbiamo chiesto lumi allo staff di Propensione.it, che ci ha aiutato ad approfondire la questione.

Un fondo pensione è davvero vantaggioso?

In linea di massima sì, dal momento che rappresenta una garanzia per il proprio benessere futuro: e ciò è possibile senza che si sia costretti a versare cifre chissà quanto elevate. Uno degli aspetti più interessanti che contraddistinguono la previdenza integrativa è rappresentato dal fatto che essa è alla portata di chiunque: questo vuol dire che non c’è bisogno di essere grandi investitori per poter raggiungere i risultati che si auspicano. Piuttosto, è bene essere costanti, in modo che con il passare degli anni si possa accumulare un capitale molto consistente avendo messo da parte a poco a poco importi anche ridotti.

A che cosa serve un fondo pensione?

Quando si parla di previdenza integrativa si fa riferimento a una forma di risparmio finalizzato attraverso la quale si ha la certezza di massimizzare i risultati nel corso del tempo. Lo scopo primario della pensione complementare consiste nell’integrare la pensione di base, così che anche quando si smetterà di lavorare si possa mantenere lo stesso tenore di vita. La flessibilità è il principale punto di forza di questa soluzione, visto che in base alle proprie necessità è possibile cambiare le cifre che si decide di investire. Nel tempo il capitale si rivaluta, così come i rendimenti, mentre i vantaggi fiscali si cumulano. Accanto alla pensione pubblica, pertanto, si può disporre di risorse supplementari.

Come si fa a scegliere il fondo pensione giusto?

Chiaramente, è bene essere informati ed acquisire una certa consapevolezza a proposito del meccanismo di funzionamento che è alla base del sistema di previdenza integrativa. Si tratta della capitalizzazione: in pratica, i soldi che vengono versati sono investiti nei mercati finanziari. Una volta che il piano di risparmio si conclude, si ottiene la pensione integrativa, che è formata dal capitale che è stato accumulato e dai rendimenti correlati. Ciascuna forma pensionistica offre vari comparti di gestione, differenti gli uni dagli altri in base al livello di rischio e, di conseguenza, al grado di rendimento che se ne può ricavare.

Che cosa è necessario sapere dal punto di vista fiscale?

In questo ambito, le agevolazioni di cui si può godere sono molteplici. In particolare, sui rendimenti che derivano dalla gestione finanziaria del fondo si applica per la tassazione l’imposta sostitutiva del 20 per cento, e non quella che di solito è prevista per le altre forme di investimento pari al 26 per cento. Al momento dell’erogazione della pensione integrativa, poi, si può beneficiare di una ulteriore tassazione agevolata, con una ritenuta a titolo di imposta che non supera l’aliquota del 15 per cento. Come noto, invece, le aliquote Irpef che vengono applicate sui redditi complessivi possono raggiungere addirittura il 43 per cento. E non è tutto, perché l’aliquota si riduce di tre decimi di punto percentuale ogni anno a partire dal quindicesimo anno di partecipazione alla pensione integrativa, fino a un massimo di 6 punti percentuali tolti.

Come funziona il riscatto del fondo pensione?

Le risorse che vengono accumulate con il fondo pensione possono essere utilizzate con la massima libertà e con altrettanta flessibilità. L’obiettivo primario rimane sempre quello di proteggere e conservare il proprio tenore di vita dopo che si finisce di lavorare, ma anche altre significative esigenze possono essere soddisfatte con le risorse immagazzinate. Per esempio, nel caso in cui si subisca una invalidità permanente o si perda il lavoro, si ha la possibilità di richiedere il 50 o il 100 per cento di ciò che è stato accumulato attraverso il riscatto del fondo pensione. Un’alternativa è rappresentata dall’anticipazione del fondo pensione: di solito fino al 30 per cento, ma in alcuni casi fino al 75 per cento, e cioè quando si deve far fronte alle spese per la ristrutturazione o l’acquisto della prima casa o alle spese sanitarie. Nella prospettiva di una più ampia tutela previdenziale, inoltre, è prevista la possibilità di rendere la pensione integrativa reversibile: si tratta di una misura a vantaggio degli eredi o comunque a favore dei beneficiari.

Come si costruisce una pensione integrativa?

Qualunque sia la decisione che si prende si può approfittare della massima libertà nella scelta della prestazione finale: si può optare per il capitale, per la rendita o per una soluzione mista. La flessibilità del sistema fa sì che chi si iscrive a una forma di previdenza complementare abbia la certezza di costruire la propria pensione integrativa in maniera libera e attiva. Una flessibilità che è evidente anche dal punto di vista contributivo, per ciò che concerne la modalità dei versamenti e la loro eventuale sospensione. Per altro, nel caso in cui le necessità cambino nel corso del tempo, si è sempre liberi di sostituire il fondo pensione scelto con un altro, senza dover rinunciare ai vantaggi fiscali correlati e potendo trasferire la posizione accumulata. Il corretto funzionamento del sistema dei fondi pensione è vigilato dalla Commissione di Vigilanza sui Fondi Pensione, che è un’autorità amministrativa indipendente.

La pensione anticipata è possibile?

Gli importi che sono stati accumulati nel fondo pensione possono essere riscattati sotto forma di Rendita Integrativa Temporanea Anticipata anche prima di raggiungere la data del pensionamento stabilita dal regime pubblico. È la cosiddetta RITA, che permette di beneficiare di una pensione anticipata nel caso in cui, per esempio, sopraggiunga l’inoccupazione quando manca poco tempo (fino a un massimo di cinque anni) al momento del pensionamento. Qualora si sia inoccupati da più di due anni, inoltre, la Rendita Integrativa Temporanea Anticipata può essere concessa fino a dieci anni prima del pensionamento. Si ha a che fare, pertanto, con un reddito ponte dalla fine del lavoro fino a quando si potrà ottenere la pensione pubblica.