L’approccio cost driven per la redazione di un business plan

Business plan

Qualunque sia l’iniziativa imprenditoriale in cui stai per cimentarti, la redazione del business plan rappresenta un momento molto rilevante dal punto di vista strategico, anche perché ti permette di appurare se la tua idea si possa realmente concretizzare o meno. Sono parecchi gli approcci che possono essere adottati a questo scopo (il cost driven approach e il revenue driven approach, giusto per citare due dei più comuni), da valutare anche in funzione delle finalità che intendi perseguire.

Come si redige un business plan

Non commettere lo sbaglio di pensare che la stesura di un business plan sia un esercizio semplice: in questa fase, infatti, è molto importante che tu riesca a valutare con attenzione tutti i potenziali scenari che potrebbero accadere e le numerose variabili in gioco. Tieni conto che l’obiettivo ultimo consiste nel verificare la fattibilità dal punto di vista finanziario ed economico del tuo progetto: una valutazione che serve anche agli eventuali finanziatori e investitori chiamati a decidere se valga la pena di mettere soldi in questa avventura.

L’approccio cost driven

Chi è interessato a conoscere più da vicino l’approccio cost driven può fare riferimento al libro di Michele Giorni e Ivan Fogliata “L’altro modo di redigere il business plan – dall’approccio Revenues Driven a quello Cost Driven”. Si tratta di una guida che si concentra in modo particolare sul tema dei costi, prendendo in considerazione sia quelli variabili che quelli fissi. Una specifica attenzione viene riservata, poi, al fattore chiave del margine di contribuzione. L’approccio cost driven viene usato di frequente anche quando ci si avvale del modello a ricavi: per comprendere in che modo incidono le differenti voci di spesa, infatti, è necessario essere ben consapevoli della struttura di costi fissi con cui si ha a che fare.

L’altro modo di redigere il business plan
dall’approccio Revenues Driven a quello Cost Driven

A chi si rivolge il libro

Il volume si rivolge a un’audience molto vasta e a tutti coloro che devono stilare un piano industriale, sia per un’azienda che è già presente sul mercato sia per un’impresa che sta nascendo. In tanti possono trarre vantaggio dalla lettura di “L’altro modo di redigere il business plan”: non solo gli imprenditori e gli enterpreneur, ma anche i controller, i CFO, i consulenti direzionali e i business analyst. Ma non solo, perché questo libro si rivela prezioso anche per i commercialisti e per gli altri professionisti che mirano a un approccio di valore per la redazione del business plan, affinché esso risulti efficace e semplice: insomma, di impatto analitico.

Che cosa si può scoprire leggendo “L’altro modo di redigere il business plan”

Il libro inizia proponendo un modus operandi che si può seguire per la stesura di un business plan, partendo dal ruolo svolto dalle core competencies e dall’analisi dell’architettura del piano. Dopodiché ci si può immergere direttamente nell’approccio cost driven, grazie a modelli, consigli e punti di vista che permettono di capire quali sono le fasi di cui ci si deve occupare nella realizzazione di un piano finanziario ed economico. I suggerimenti dedicati alle imprese di servizi sono diversi rispetto a quelli concepiti per le imprese industriali; inoltre, per il primo anno sono richieste azioni diverse da quelle che dovranno essere messe in atto nel secondo. Volendo, è possibile anche scaricare un file Excel in cui sono riassunti i diversi modelli di analisi di cui si parla nel libro. Insomma, vale la pena di scoprire come redigere il business plan senza basarsi sull’approccio revenues driven, e quindi non puntando sui ricavi come driver indispensabili a partire dai quali calcolare i costi da sostenere per l’inizio di un progetto.

Il progetto di inFinance

Il libro di Giorni e Fogliata è pubblicato da Mind Edizioni e fa parte della colonna “Keep it simple”, a cura di inFinance, società che si occupa di formazione nei settori del banking, del controllo di gestione e della finanza aziendale. InFinance si avvale della collaborazione di un selezionato network di esperti del settore e ha sede a Milano, anche se le sue attività si sviluppano in tutta Italia. L’approccio diretto e concreto è il tratto distintivo di questa società di consulenza specializzata, a capo della quale c’è un management dinamico e competente.

Tra le attività su cui si estende il raggio di azione di inFinance ci sono anche l’organizzazione di convegni, la pubblicazione di libri (come abbiamo appena visto) e articoli, la creazione di video e la realizzazione di working paper: tutto ciò contribuisce alla diffusione e all’espansione della cultura finanziaria nel nostro Paese. Ma non è tutto: il sistema interno di gestione per la qualità di inFinance è stato certificato sulla base della norma UNI EN ISO 9001:2015 per la progettazione e l’erogazione di consulenza e formazione nei campi di amministrazione, finanza e controllo: una garanzia di soddisfazione per tutti gli stakeholders interessati al costante miglioramento dei processi.