Quali competenze è bene specificare in un curriculum vitae?

competenze

Una delle sezioni più importanti all’interno di un curriculum vitae è senza dubbio quella relativa alle competenze: si tratta di un’area abbastanza critica, se non altro perché il tema in questione è potenzialmente molto ampio. Ovviamente non ci si può dilungare troppo, in quanto coloro che sono addetti ad analizzare i cv lo fanno in pochi minuti, se non addirittura nel giro di poche decine di secondi: occorre, dunque, essere sintetici e avere la bravura di conquistare l’attenzione di chi legge.

Come si segnalano le competenze in un curriculum

In primo luogo è bene tener presente che l’area delle competenze deve essere adattata alla posizione per la quale ci si candida. Le stesse competenze, per altro, vanno inserite anche nella lettera di presentazione: il consiglio è quello di puntare sulle abilità che si ritiene possano suscitare la curiosità dei responsabili delle risorse umane. Meglio concentrarsi sulle hard skills che non sulle soft skills: queste ultime, infatti, potranno essere messe in mostra dopo che si sarà stati assunti. Le competenze hard, infatti, hanno il vantaggio di poter essere misurate, dal momento che sono quantificabili: si pensi, per esempio, alle competenze informatiche, a quelle linguistiche o a quelle di carattere tecnico scientifico. Chi si domanda come scrivere le competenze digitali nel cv, dunque, deve tener presente che si tratta di parametri valutabili in modo esatto, tramite – per esempio – un riconoscimento o una certificazione.

La questione delle soft skills

Decisamente più indefinito è il campo delle soft skills, che comprendono tra l’altro le competenze di natura relazionale. In ogni caso, le hard skills vanno sempre citate nel curriculum prima di quelle soft: solo le prime, infatti, sono sicure, e proprio per questo motivo meritano di essere enfatizzate e messe in evidenza. Più arduo è identificare le competenze soft, che non di rado cambiano in base alle impressioni personali: inoltre non possono essere testimoniate in modo obiettivo da certificazioni o strumenti simili.

Il valore della sintesi

Quali che siano le competenze di cui si è in possesso e che si è interessati a comunicare, è molto importante ricorrere al dono della sintesi. I responsabili delle human resources di certo non sono interessati ad avere a che fare con papiri chissà quanto lunghi, a maggior ragione nel caso in cui dicano poco o nulla. Bisogna essere bravi nel risultare sintetici, quindi, ma anche efficaci. Un valido accorgimento potrebbe essere quello di segnalare le proprie competenze sotto forma di elenco, per rendere la lettura più agevole e più rapida. Ecco, quindi, che si può scrivere una lista delle proprie abilità suddividendole per categorie: prima quelle informatiche, poi quelle linguistiche, poi quelle gestionali, poi quelle relazionali, e così via.

No alle formule standard

Per attirare l’attenzione degli esaminatori e lasciare un segno tangibile è assolutamente vietato servirsi delle formule standard, che devono essere per quanto possibile messe al bando. La mossa migliore, a questo scopo, è quella di conoscere e di studiare non solo l’azienda con cui ci si sta mettendo in contatto, ma anche la posizione per la quale ci si sta candidando, in modo da riuscire a capire bene di che cosa si tratta e quali capacità personali mettere in risalto nel cv. Nel caso in cui si stia rispondendo a un annuncio è essenziale leggerlo con cura, così da riuscire a intuire a quali informazioni potrebbero essere interessati coloro che riceveranno il curriculum e lo leggeranno. La sincerità è una dote da cui non si può prescindere: non ha senso millantare di essere in possesso di capacità di cui non si dispone realmente, così come non serve amplificare le proprie qualità in modo eccessivo. Meglio essere realisti cercando di focalizzare l’attenzione sulle competenze in grado di rispondere alle attese.

Le competenze digitali

Nel mercato del lavoro di oggi è fondamentale sviluppare e aumentare le proprie competenze digitali. In questa categoria rientrano tutte le skills e le competenze trasversali che hanno a che fare con l’utilizzo delle innovazioni digitali, ma anche con il ricorso alle nuove tecnologie che si adoperano nella vita di tutti i giorni e nel lavoro. Sia le aziende pubbliche che quelle private, secondo un rapporto che Unioncamere ha stilato con la collaborazione del Ministero del Lavoro, sono in cerca di persone innovative. Da questo punto di vista, i migranti digitali partono un po’ in svantaggio rispetto ai nativi digitali. Questi ultimi sono coloro che sono nati negli anni dell’avvento di Internet e che quindi hanno acquisito una certa dimestichezza con la Rete fin da quanto erano piccoli; viceversa, i migranti digitali sono quelli che, rientrando nella fascia di età compresa tra i 30 e i 50 anni, hanno dovuto imparare a usare la Rete e ad adeguarsi partendo da zero.

Dove specificare le competenze digitali all’interno di un curriculum

Le competenze digitali vanno annoverate tra le soft skills, e quindi vanno inserite, in un cv, nella parte che riguarda le competenze trasversali di carattere tecnico. Nel caso in cui si adotti il modello europeo per la stesura del curriculum si può fare riferimento alla sezione prevista per le competenze tecniche, all’interno della quale vanno specificati gli strumenti conosciuti e le piattaforme che si è in grado di utilizzare. Come si può intuire, è indispensabile compilare tale sezione specialmente nell’eventualità in cui si abbia intenzione di lavorare nel settore delle nuove tecnologie o nel campo del web marketing.

Come valutare le proprie competenze digitali

Per provvedere a un’autovalutazione delle proprie competenze digitali si può fare riferimento al quadro europeo delle competenze digitali, il cosiddetto DigComp, che l’Unione Europea ha messo a punto al fine di migliorare e al tempo stesso monitorare le capacità in ambito digitale dei cittadini. Il modello permette, tra l’altro, di individuare i punti di forza su cui puntare e le eventuali lacune a cui è bene porre rimedio. Nulla vieta, nell’attesa di trovare un lavoro, di frequentare un corso che permetta di migliorare e di estendere le proprie soft skills, tra le quali – appunto – quelle digitali.