Ansia sul lavoro: ne parliamo con il dott. Giorgio Ioimo, Psicologo e Psicoterapeuta di Firenze

Ansia sul lavoro

L’ansia è la preoccupazione per qualcosa che la persona immagina che dovrà accadere ma non è ancora presente un pericolo imminente. In termini fisiologici è un qualcosa di positivo poiché predispone il soggetto ad agire, solo una quantità eccessiva diventa controproducente in quanto ne ostacola il fluido agire.

Qual è la similitudine tra ansia e paura?

Molte persone confondono l’ansia con la paura ma, la differenza è a livello temporale. L’ansia come accennato precedentemente consiste in una preoccupazione relativa ad un evento futuro non ancora accaduto, la paura è la reazione immediata ad un pericolo imminente. La paura come l’ansia è importante provarla perchè ci ha preservato per millenni dalla possibilità di essere predati da vari predatori. Diventa come per l’ansia un problema se viene sperimentata in modo eccessivo e blocca dunque le attività quotidiane della persona.

Quante persone lamentano un disturbo d’ansia?

Sono molte le persone che hanno delle preoccupazioni e vivono la vita costantemente in allerta ma, questa va distinta dall’angoscia che si esprime a un livello di gravità maggiore paralizzando il soggetto nell’azione. Infatti l’ansia descritta da molti pazienti, ad un’analisi più approfondita, si manifesta come angoscia sia nell’affrontare i problemi della sfera più privata sia per quanto concerne quelli lavorativi. Quando si parla di ansia in ultima analisi è necessario saper distinguere se si tratta di una preoccupazione che non blocca l’agire della persona o se invece l’angoscia è così severa da creare un disturbo invalidante nel soggetto.

In quali contesti l’ansia può manifestarsi?

Principalmente in contesti lavorativi e le casistiche sono le più variegate: dalla semplice ansia di prestazione fino ad arrivare ai casi più conclamati di presunto mobbing. Nei contesti lavorativi attuali è necessario sapersi districare ed essere versatili su più fronti e questo può creare sintomi di ansia in chi non è abituato ad adattarsi a simili contesti.

Può raccontarci quali casistiche di ansia sono presenti in ambito lavorativo?

Si certamente. Il caso più diffuso è quello di chi deve tenere delle conferenze ed è obbligato a parlare in pubblico. Di solito, siccome si tratta di una prestazione che viene in qualche modo valutata dal pubblico, la persona che deve parlare in pubblico avrà due ansie molto specifiche: la prima è un’ansia di tipo anticipatorio, la seconda è una paura che assale il soggetto nel momento in cui inizia a parlare in pubblico.

Un’altra situazione molto tipica è la persona alla quale vengono dati dei carichi di lavoro eccessivi aumentando di conseguenza l’ansia e lo stress lavorativo da parte di chi riceve gli ordini. In questo caso specifico l’ansia è una conseguenza di una incapacità nel gestire i superiori che, notando una passività ed una disponibilità fuori misura nel soggetto, aumentano a dismisura i carichi di lavoro. Sarà dunque necessario invertire questa dinamica: trasformando il soggetto disponibile e tartassato in colui che rende partecipe il suo superiore del proprio operato facendoglielo supervisionare di volta volta.

Un’ultima situazione, forse quella più grave, è quella del mobbing dove l’ansia si manifesta a livello paranoico trasormando così l’ambiente a tal punto dal renderlo persecutorio. Sarà in questo caso necessario innanzitutto smontare la credenza persecutoria vissuta dalla persona che porterà ad una estinzione dell’ansia associata.

In questo ultimo caso specifico si condurrà da una parte la persona a cercare tutte le prove di persecuzione per poi, una volta smontata la credenza, farlo agire in modo gentile nei confronti dei colleghi e dei superiori. In ultima analisi in base alla gravità l’ansia va gestita in vari modi differenti.

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